10 Novembre 1975
L'Edmund Fitzgerald
Quando lo scafo n. 301 fu varato col nome di Edmund Fitzgerald,era la nave più grande in servizio sui Grandi Laghi. Lunga più di 210 metri, larga 22, aveva una stazza superiore alle 26.000 tonnellate.
Il 19 febbraio 1975 lo scafo fu ispezionato dalla Guardia Costiera. Era in, buone condizioni. Le apparecchiature di salvataggio furono controllate il 19 marzo 1975. Anch'esse risultarono in buone condizioni.
II 9 novembre 1975 l' Edmund Fitzgerald fu caricato di 26.216 tonnellate di noduli di taconite: una sorte di minerale ferroso raffinato. Erano le 13.15 quando il ,comandante della nave, capitano R. McSorley, veteranodella navigazione sui Grandi Laghi - 44 anni - diresse l'Edmund Fitzgerald fuori del porto di Duluth. Il lago era calmo. Nel corso delle successive 24 ore si alzò una tempesta moderata sul Lago Superiore. Provocò lievi danni all'impavesata e alle maniche a vento sul Fitzgerald. Alle 15.30 il capitano McSorley accennò ai danni in una conversazione al radiotelefono col capitano Tesse B. Cooper, comandante del vicino Arthur M. Anderson. L'Arthur M. Anderson e il Fitzgerald viaggiavano di conserva, il Fitzgerald in testa, in direzione delle chiuse che li avrebbero portati al livello del lago Huron, ancora distante 100 miglia. Il procedere assieme costituiva per ciascuna delle due navi una ulteriore misura di sicurezza. Il Fitzgerald precedeva l'Anderson di ,circa 17 miglia, quel pomeriggio, ma tenne la velocità sotto controllo in modo che l'Anderson potesse avvicinarglisi.
Il capitano Cooper in seguito ricordò che il capitano Mc Sorley « non fece capire in alcun modo che era preoccupato o che aveva dei problemi o che c'era qualcosa che non era in grado di fronteggiare. Nessuna eccitazione o cose del genere. Questo almeno è quanto era presumibile da come parlava, che non c'erano problemi ». Poco prima delle 19.30 il capitano Cooper ritornò alla timoneria dell'Anderson. Il suo secondo aveva appena parlato col Fitzgerald che, secondo il radar dell'Anderson, li precedeva di circa 9 miglia.
In mare, le onde si riflettono sul radar. Questa «eco del mare » si presenta come un punto luminoso al centro dello schermo circolare. L’intensità dell'eco del mare varia, ma il 10 novembre 1975 l'indicatore radar dell'Anderson rivelava eco del mare su ogni cosa posta entro nove miglia dalla nave.
Di conseguenza, quando il Fitzgerald svanì nell'indistinto « ritorno del mare», il capitano Cooper ne dedusse soltanto che si trovava ,entro nove miglia dal Fitzgerald e che la distanza andava diminuendo.
Per alcuni minuti non , riuscì a vedere il Fitzgerald perché un turbine di neve attenuò la visibilità. Si trattò soltanto di qualche minuto. Poi la neve cessò. Il capitano Cooper riusciva a vedere ,entro un raggio di 20 miglia. Nessuna traccia del Fitzgerald. Era incredibile, ma il capitano Cooper non si era pienamente reso conto della stranezza del fatto quando, poco prima delle 20.00 del lO novembre 1975 si mise in contatto con la Guardia Costiera. « Li informai della mia preoccupazione per il Fitzgerald, che pensavo fosse affondato », disse.
Riflettendo, poi, disse sdegnato: «Riferirono a me che stavano cercando una barca di 5 metri, che risultava dispersa nella Whitefish Bay ». Cooper era irritato con gli uomini della Guardia Costiera, per la scarsa considerazione in cui avevano tenuto i suoi timori, ma li capiva. « Credo che si trovassero nella mia stessa situazione. Penso che non si capacitassero di come una nave potesse colare a picco in un batter d'occhio... ».
Dopo tutto, se il Fitzgerald si era trovato in difficoltà, perché non l'aveva riferito? Il Fitzgerald non mancava ,certo di apparecchiature radio -e di radio di riserva - destinate ad entrare in funzione per la più improbabile delle emergenze. Il semplice scatto di un interruttore avrebbe messo in azione segnali di soccorso automatici alimentati a batterie, su parecchie frequenze. Non esiste nulla ,che possa accadere ad una nave delle dimensioni del Fitzgerald in un tempo ,così breve che non consenta neanche di far scattare un interruttore. Nessuna trasmissione di questo tipo fu mai ricevuta. Perciò era impossibile ,che il Fitzgerald fosse affondato, come sembrava suggerire il capitano Cooper.
Cooper si mise in contatto radio con altre navi nelle vicinanze e chiese se fossero in grado di vedere o di rilevare una traccia radar del Fitzgerald. Non vi riuscirono. Cooper sapeva che la Guardia Costiera non gli avrebbe creduto. « Quando li chiamai per la seconda volta dissi testualmente, "So che è affondato" », ricordava in seguito.
Alla fine furono rinvenute alcune zattere e imbarcazioni di salvataggio. Non vi era alcuna prova che fossero_state messe in acqua. Apparentemente erano state strappate alla nave da una qualche forza oscura così possente da causare la fine, in un istante, di un cargo di 26.000 tonnellate.
Nessun membro dell'equipaggio del Fitzgerald fu mai ritrovato. Ciò concorda con gli altri curiosi elementi di questo dramma. Evidentemente nemmeno i marinai in servizio al momento dell'incidente avevano indossato i loro giubbotti di salvataggio uscendo dalla timoneria, operazione che non richiede più di 10 o 15 secondi.
Qualunque sia stata la sorte del Fitzgerald il fato lo colpì con rapidità tale che l'equipaggio non ebbe neanche il tempo di aver paura.
[Modificato da m.harlock 30/09/2004 21.43]
[Modificato da m.harlock 02/10/2004 16.07]
[Modificato da m.harlock 02/10/2004 16.07]