Lecito portare il burqa in pubblico

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-Giona-
00martedì 9 ottobre 2007 09:10
www.corriere.it/cronache/07_ottobre_09/burqua_prefetto_veneto_bin...

«Per motivi religiosi, si può indossare. Basta sottoporsi all'identificazione».
Il prefetto dice sì al burqa. Ok della Bindi
Il caso Treviso divide il governo. La legge del 1975 e la circolare del 2004: il caos delle norme

Se la decisione del prefetto di Treviso, Vittorio Capocelli, di legittimare il burqa dovesse accreditarsi come riferimento giuridico e amministrativo a livello nazionale, prossimamente le donne islamiche completamente velate potrebbero frequentare le scuole, essere assunte nei luoghi di lavoro e circolare liberamente ovunque in Italia.

Si tratta di un'ipotesi tutt'altro che remota, visto che ha subito incassato l'approvazione del ministro per la Famiglia, Rosy Bindi. Il caso è stato sollevato dal Corriere del Veneto il 6 ottobre con un articolo di Federica Baretti dal titolo «Il prefetto sfida lo sceriffo: sì al burqa». Dove lo «sceriffo» è il prosindaco leghista Giancarlo Gentilini, l'antesignano della «tolleranza zero» nei confronti dei clandestini e dei delinquenti. E da un secondo articolo del 7 ottobre di Gianni Favero che sintetizza il pensiero della Bindi: «Il burqa? Va tollerato. Il vero rischio è Gentilini».

Cominciamo dai fatti. È di tre anni fa l'ordine di Gentilini alla polizia municipale di arrestare le donne con il burqa ai sensi dell'articolo 5 della legge 152 del 1975 che vieta di fare uso in luogo pubblico, salvo giustificato motivo, di caschi o di qualsiasi altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona. Con il suo tono notoriamente colorito Gentilini ha sentenziato: «Il burqa? Una mascherata permessa a Carnevale, ma che non può essere tollerata tutti i giorni dell'anno». Ebbene, il 5 ottobre scorso, al termine di una riunione con la Consulta per l'immigrazione e l'associazione Migrantes, Capocelli ha emesso la seguente decisione: «Se per motivi religiosi una persona indossa il burqa, lo può fare, basta che si sottoponga all'identificazione e alla rimozione del velo».

Il prefetto fonda probabilmente il suo atteggiamento sulla circolare del Dipartimento della Polizia del dicembre 2004, che legittima il burqa in quanto «segno esteriore di una tipica fede religiosa» e una «pratica devozionale ». Una posizione che dovrebbe essere formalizzata in un documento da rendere noto nei prossimi mesi. Il giorno successivo il ministro Bindi si schiera dalla parte del prefetto: «Allo stesso modo con il quale vogliamo vedere i crocifissi appesi nelle nostre aule siamo tenuti a essere rispettosi del velo con cui le donne islamiche si coprono il volto. Se viene liberamente portato è un segno della propria civiltà». Da notare che la Bindi difende il velo che copre il volto, non semplicemente i capelli, quindi appunto il burqa.

Diciamo subito che la posizione di Capocelli e della Bindi sul burqa non corrisponde a quella del presidente del Consiglio Prodi e del ministro dell'Interno Amato. «Se vuoi indossare il velo va bene, ma deve essere possibile vederti. Non puoi coprirti il volto», aveva detto Prodi il 17 ottobre 2006. E due giorni dopo Amato aveva bocciato il burqa qualificandolo una «offesa alla dignità della donna». E nuovamente in un'intervista a Federico Geremicca sulla Stampa del 28 settembre scorso Amato ha ribadito: «Siamo d'accordo a vietare qualunque cosa copra interamente il volto, e dunque il burqa, perché offende la dignità delle donne islamiche».
Così come il burqa è stato considerato illegale dal procuratore della Repubblica di Cremona Adriano Padula il 25 settembre 2005, specificando che è «un comportamento vietato dalla legge». Da allora la polizia locale ha l'ordine di fermare, condurre in Questura e denunciare le donne che circolano in luoghi pubblici con il burqa. E il 14 ottobre del 2005 l'allora ministro della Giustizia, il leghista Roberto Castelli, disse: «Girare per strada indossando il burqa è illegale e la religione islamica è profondamente intollerante perché rivendica il diritto, in nome delle proprie convinzioni religiose, a violare le leggi dello Stato».

Che cosa sta dunque succedendo? Mi sembra evidente che ci sia un profondo contrasto tra la legge 152/75 e la circolare del Dipartimento della Polizia del 2004. E che sarebbe opportuno porre fine a questo conflitto abrogando questa circolare. Così come mi sembra evidente che il prefetto, che è un funzionario amministrativo, abbia travalicato le sue competenze e prerogative invadendo il terreno della magistratura e della politica. E che sarebbe pertanto opportuno che tornasse indietro sui suoi passi.

Ma più in generale s'impone una seria riflessione su che cosa sta succedendo in quest'Italia che dopo essersi innamorata del velo islamico e aver legittimato la presenza delle donne velate in tutti i luoghi pubblici, si sta piegando sempre più ai diktat dei predicatori della sharia, la legge islamica, permettendo che seppur clandestinamente stiano proliferando le scuole coraniche all'ombra di moschee dove si predica l'odio, che negli ospedali pubblici le pazienti islamiche possano essere assistite solo da donne medico e che possano disporre di piscine e spiagge separate perché le loro nudità non vengano viste dai maschi, che le ragazze crescano discriminate e talvolta segregate nelle proprie case-carceri affinché non vengano «contaminate» dalla società occidentale «perversa». Ci rendiamo conto che il vero velo, questo sì integrale, è quello che ci sta obnubilando la mente e portandoci diritti verso il suicidio della nostra civiltà?

Magdi Allam
09 ottobre 2007
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Siamo all'assurdo. Tra l'altro il burqa NON È prescritto dal Corano, ma solo da tradizioni o legislazioni locali ultra-restrittive e ultra-maschiliste. Questo è un tipico atteggiamento "piú realista del re", che non può causare che guai, come giustamente fa notare Allam. [SM=x751554]
Pius Augustus
00martedì 9 ottobre 2007 13:15
beh il burka rende irriconoscibili,quindi va vietato,ma non certo perchè offende chicchessia.
Hareios
00martedì 9 ottobre 2007 13:42
Re:
Pius Augustus, 10/9/2007 1:15 PM:

beh il burka rende irriconoscibili,quindi va vietato,ma non certo perchè offende chicchessia.




Quoto.
Il discorso è molto semplice; sono alcuni idioti che complicano le cose.

Red Night Seer
00martedì 9 ottobre 2007 14:02
Nel nostro paese non si può indossare il burqa in ogni caso, dunque la questione si riduce a una semplice considerazione: il prefetto ha sbagliato.
-Kaname-chan
00martedì 9 ottobre 2007 16:24
Re:
-Giona-, 09/10/2007 9.10:

http://www.corriere.it/cronache/07_ottobre_09/burqua_prefetto_veneto_bindi.shtml

«Per motivi religiosi, si può indossare. Basta sottoporsi all'identificazione».
[SM=x751554]



Ha ragione Allam, in questo modo le povere donne islamiche saranno costrette a vivere segregate, perché anche la legge è contro di loro! Invece se il burqa venisse vietato in quanto simbolo di oppressione verso la persona potrebbero avere la scusa per non metterlo di fronte ai mariti. In Europa a causa del buonismo multiculturalista si arriverà al punto che i musulmani potranno calpestare le più elementari regole di civiltà e rispetto dei diritti umani, roba che nei loro stessi paesi è vietata da noi sarebbe permessa!


Pius Augustus
00martedì 9 ottobre 2007 17:10
Re: Re:
-Kaname-chan, 09/10/2007 16.24:



Ha ragione Allam, in questo modo le povere donne islamiche saranno costrette a vivere segregate, perché anche la legge è contro di loro! Invece se il burqa venisse vietato in quanto simbolo di oppressione verso la persona potrebbero avere la scusa per non metterlo di fronte ai mariti. In Europa a causa del buonismo multiculturalista si arriverà al punto che i musulmani potranno calpestare le più elementari regole di civiltà e rispetto dei diritti umani, roba che nei loro stessi paesi è vietata da noi sarebbe permessa!






ma scusami kaname,è vero anche che se una donna lo volesse portare non ha il diritto di farlo? non dovrebbe essere uno stato di diritto questo?
-Giona-
00martedì 9 ottobre 2007 17:14
Re: Re: Re:
Pius Augustus, 09/10/2007 17.10:




ma scusami kaname,è vero anche che se una donna lo volesse portare non ha il diritto di farlo? non dovrebbe essere uno stato di diritto questo?


Sí, ma sentenze di questo tipo legittimano le prepotenze degli islamofascisti. Come quella del giudice tedesco che ha detto che un immigrato musulmano può picchiare la moglie perché fa parte della sua cultura.


Pius Augustus
00martedì 9 ottobre 2007 17:16
Re: Re: Re: Re:
-Giona-, 09/10/2007 17.14:


Sí, ma sentenze di questo tipo legittimano le prepotenze degli islamofascisti. Come quella del giudice tedesco che ha detto che un immigrato musulmano può picchiare la moglie perché fa parte della sua cultura.






beh sul picchiare la moglie sono ovviamente in disaccordo anzi...
Lux-86
00martedì 9 ottobre 2007 20:57
Contrario al burka, sotto quegli indumenti potrebbe esserci chiunque e qualunque cosa. Oltretutto poi concordo con kaname.
Suppiluliumas
00mercoledì 10 ottobre 2007 19:21
Ha ragione Kaname, nessuno pensa mai che sotto quel velo c'è una donna.
Pius Augustus
00mercoledì 10 ottobre 2007 21:24
Re:
Suppiluliumas, 10/10/2007 19.21:

Ha ragione Kaname, nessuno pensa mai che sotto quel velo c'è una donna.




e quella donna non ha diritto di indossare un burka (a prescindere dall'identificazione che è un altro discorso) e se non le è imposto?
Lux-86
00mercoledì 10 ottobre 2007 22:38
in pubblico no, per ovvi motivi di sicurezza. se io vado in giro con un passamontagna mi fermano dopo venti metri.
Pius Augustus
00mercoledì 10 ottobre 2007 22:56
Re: Re:
Pius Augustus, 10/10/2007 21.24:




(a prescindere dall'identificazione che è un altro discorso)




Lpoz
00mercoledì 10 ottobre 2007 23:20
se è per sua scelta può andare anche in giro nuda...
ma cmq,rimane il fatto, che come andare in giro nudi va contro il buoncostume, andare in giro con il burka non consente di essere riconosibili.
quindi il discorso della volontarietà non ha senso...
Pius Augustus
00mercoledì 10 ottobre 2007 23:25
Re:
Lpoz, 10/10/2007 23.20:

se è per sua scelta può andare anche in giro nuda...
ma cmq,rimane il fatto, che come andare in giro nudi va contro il buoncostume, andare in giro con il burka non consente di essere riconosibili.
quindi il discorso della volontarietà non ha senso...




se vai in giro nudo violi comunque il buoncostume,se porti il burka ma ti fai riconoscere ed identificare in altri mezzi a quanto ho capito no.Ma in ogni caso il discorso è ben altro:come diceva oggi ferrara ad otto e mezzo il problema è:è immorale permettere alle donne di portare il burka?
DarkWalker
00giovedì 11 ottobre 2007 09:32
Re: Re:
Pius Augustus, 10/10/2007 23.25:




se vai in giro nudo violi comunque il buoncostume,se porti il burka ma ti fai riconoscere ed identificare in altri mezzi a quanto ho capito no.Ma in ogni caso il discorso è ben altro:come diceva oggi ferrara ad otto e mezzo il problema è:è immorale permettere alle donne di portare il burka?



in uno stato islamico no, anzi è "moralissimo", in uno stato occidentale sì.
In primis rende difficile l'identificazione, secondariamente è una discriminazione.
Lux-86
00giovedì 11 ottobre 2007 17:21

(a prescindere dall'identificazione che è un altro discorso)



come fai a prescindere? mica viviamo in un mondo astratto. In teoria sarebbe anche legittimo lasciare che una donna si metta il burka ma è anche legittimo che chi ci sta sotto, come tutti gli altri italiani, sia riconoscibile.
Hareios
00giovedì 11 ottobre 2007 20:13
A prescindere dall'identificazione una donna, se vuole, può liberamente indossare il burqa.
Tuttavia è una ipotesi che non trova riscontro in quanto non è possibile prescindere dall'identificazione.
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