liama
00lunedì 23 aprile 2007 08:46
Con "RT", su RaiTre, è di nuovo sul piccolo schermo dopo 5 anni di assenza
"Dall'ultima volta sono accadute molte cose, per fortuna qualcuna è anche finita"
Biagi, il vecchio cronista torna in tv
"C'è sempre qualcosa a cui resistere"
Una puntata dedicata alla Liberazione e alla Resistenza della gente comune
In studio, fra gli altri, Vittorio Foa, Tina Anselmi, Roberto Saviano
di ALESSANDRA VITALI
Enzo Biagi
ROMA - La vita ricomincia a 86 anni, con una puntata dal titolo, volendo, autobiografico, "Resistenza e resistenze", un saluto commosso ma ironico, "c'è stato un inconveniente tecnico, l'intervallo è durato cinque anni". Sembra ieri, anche lo studio è piccolo e bianco come quello di Il fatto, la sua ultima volta in tv. Enzo Biagi riparte così con RT - Rotocalco televisivo (stesso titolo del suo primo programma, nel 1962), debutto domenicale e poi otto puntate il lunedì alle 23.15.
Viene in mente Roberto Benigni, ora a Roma con il suo TuttoDante, quando dice "in Italia sono passati gli unni, i tedeschi, poi cinque anni di Berlusconi: era la prova più difficile ma ce l'abbiamo fatta, vuol dire che siamo indistruttibili". E Biagi, all'inizio: "Dall'ultima volta che ci siamo visti sono accadute molte cose. Per fortuna, qualcuna è anche finita".
La Festa della Liberazione e le resistenze esemplari della gente comune, "perché la Resistenza non è mai finita, anche oggi c'è sempre da resistere a qualcosa": questo il tema scelto dal giornalista per il suo rientro televisivo, con un occhio agli ascolti ("spero che la gente lo guardi" dice a Fabio Fazio, nell'intervento a Che tempo che fa) e l'animo del cronista, "mi preoccupo di cercare di dire una verità in più di quelle che si dicono, e questo esaurisce la mia parte".
Nella prima puntata ci sono i "padri della patria" Vittorio Foa e Tina Anselmi, l'ex magistrato Gherardo Colombo e monsignor Giancarlo Brigantini vescovo di Locri, con la fatica di resistere alla 'ndrangheta, lo scrittore Roberto Saviano a parlare del suo Gomorra e delle oltre 700 mila copie vendute, di Sud, giovani, camorra.
Ci sono le storie: gli operai di Bollate che sono riusciti a rilevare la loro fabbrica dismessa, i "nuovi poveri" che occupano le case a Roma. E un lungo omaggio ai giornalisti morti al fronte, che fosse guerra o terrorismo: Cutuli e Fava, Alpi e Impastato, Casalegno e Baldoni, Alfano e Ciriello. C'è Paolo Rossi, "il signor Rossi" alle prese con i conflitti di un condominio-Paese, dietro i quali si intravedono Aldo Moro e Piazza Fontana, Ustica, Bologna, Calvi e Sindona.
Un rientro salutato con grande favore da più parti. L'Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, parla di "un giorno di festa per il giornalismo libero" e accoglie Biagi con un "bentornato, maestro". Un auspicio dalla Federazione nazionale della stampa italiana: il rientro del giornalista deve rappresentare "il ripristino della normalità di un sistema dell'informazione radiotv, non solo pubblica, che tuteli i principi del pluralismo", "il potere politico, tutto, impari a rispettare sempre la libertà d'espressione".
Repubblica.it
ragazzi, è bellissimo!!!
chi di voi l ha visto?
io stavo quasi per emozionarmi quando ho visto il reportage sui giornalisti morti all'estero..
è stato veramente bello!!
prima non l'apprezzavo perchè ero piccola e pure un po' stupida, ora invece no!
voglio una tv così!