WWF: "scartate" quei regali

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xvalentino
00venerdì 23 dicembre 2005 01:42
Sono tantissime le specie animali e vegetali in pericolo di estinzione e sempre più intenso è il commercio illegale di piante e animali provenienti da paesi come l'Africa, l'Asia o il Sud America. Anche e soprattutto a Natale, quando in molti optano per "regali" esotici. Ecco perchè il WWF ha stilato la lista dei dieci regali da non mettere sotto l'albero, dieci regali da "scartare" per contribuire alla salvaguardia dell'ambiente e della natura.
Ecco cosa non comprare per Natale.


1) Animali da compagnia. L’Italia è uno dei più fiorenti mercati di animali vivi, in particolare di uccelli dall’Africa e dall’Asia e in Europa si posiziona al quarto posto tra gli importatori. Parallelamente ai circuiti legali esiste purtroppo anche un mercato “nero” degli animali, con un trend in crescita come dimostrano i dati del servizio investigazione della Guardia di Finanza.

2) Articoli elettrici. Se acquisti apparecchi Hi-fi come stereo o televisioni assicurati che non abbiano la funzione stand-by, uno stato nel quale questi apparecchi possono farti consumare fino al 40% di elettricità in più.

3) Prodotti di avorio. Il commercio illegale di avorio e prodotti derivati è la più grave minaccia per la sopravvivenza delle popolazioni di elefanti, cacciati illegalmente per i mercati africani e asiatici, dai quali arrivano ai mercati europei e americani. Gli acquirenti principali sono proprio i turisti e gli uomini d’affari.

4) Prodotti di tartaruga. Sei delle sette specie di tartaruga marina sono minacciate, alcune in modo critico, e il futuro è sempre più critico, anche in Mediterraneo. Il commercio internazionale di parti o prodotti di queste specie è vietato, ma esiste purtroppo un mercato illegale di souvenir, braccialetti o fermagli per capelli (ma anche gli stessi carapaci) che non deve essere alimentato.

5) Scialli di Shatoosh. Il commercio illegale di questa preziosa e carissima lana ha ridotto ad un passo dall’estinzione la rarissima antilope tibetana. L'antilope tibetana o chiru è ridotta oggi a non più di 75.000 esemplari in natura, perseguitata dai bracconieri senza scrupoli.



6) Prodotti di corallo. I coralli sono lavorati e impiegati come monili e oggetti ornamentali, ma la raccolta intensiva di questi straordinari organismi marini sta danneggiando fortemente le barriere coralline, che ospitano una straordinaria ricchezza di vita marina. Il 20% delle barriere coralline ha subìto gravi danni da parte dell’uomo.

7) Pelli di coccodrillo o serpente. Cinte, borsette, scarpe, stivali o altri oggetti in pelle possono costare la vita a specie già minacciate in natura. Assicuratevi, se proprio volete comprare questi oggetti, che abbiano il marchio CITES.

8) Merluzzo. Le popolazioni di merluzzo sono vicino al collasso, sia in Atlantico che nel Mare del Nord, dove una volta erano abbondanti. C’è anche un problema con la pesca illegale di questa specie. E’ importante ottenere dal rivenditore la prova che il merluzzo non sia fonte di pesca illegale.

9) Cactus. Negli ultimi anni in Europa e in Giappone sono stati contrabbandati piante, semi e frutta di cactus rari provenienti dagli USA e dal Messico. La richiesta di cactus selvatici e di piante rare da parte di collezionisti e la loro raccolta anche da parte di occasionali escursionisti sta esponenzialmente crescendo, e coinvolge anche l’Italia.

10)Tigre e prodotti derivati. Il commercio internazionale di prodotti di tigre, usati soprattutto dalla medicina asiatica, ma anche come souvenir o portafortuna, sta mettendo a rischio le ultime 5-6.000 tigri che vivono in Asia.


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