Scritto da: dago113 20/10/2006 20.14
se attraverso una confessione ottenuta con questi mezzi infami si riesce ad impedire un massacro di innocenti in qualsiasi parte del mondo, queste informazioni possono essere usate?
E' questa la domanda che bisogna porsi
[Modificato da dago113 20/10/2006 20.22]
Personalmente io su questo non ho nessun dubbio: non solo possono ma anche devono essere usate. Mi rendo conto che questa posizione non sia il massimo della popolarità, ma è inutile secondo me nascondersi dietro il politically correct: non faccio saltare in aria cento, dieci o anche solo due bambini, tanto per dire, per riguardo a chi ha messo la bomba o sa dove la bomba è stata messa.
Capisco che ci debbano essere garanzie eccetera, ma qui si sta parlando di condannare a morte Abele per salvare Caino e mi pare che, per lo meno da parte di chi dovrebbe tutelare (anche) Abele, sia un puro delirio.
Non ritengo che Caino vada trattato come una bestia, ci mancherebbe. Anzi, sono del tutto a favore del tentare di redimerlo con incoraggiamento e carità cristiana... dopo che ha dato le informazioni necessarie a salvare delle vite e dopo che l'ha fatto il prima possibile, altrimenti chi cavolo ci crede alla sua intenzione di cambiare? Alle volte per arrivare a questo punto bisogna forzare un po' la mano. Ma qual è l'alternativa, fregarsene di tutto? Dire: lasciamolo in quella cella e se la bomba scoppia chi se ne frega? In fondo, questo non è persino meno umano verso di lui?
Non sto dicendo che approvo l'uso della tortura come tecnica di interrogatorio, ma anche lì, come in tutte le cose dipende da cosa stiamo parlando. Ok, le botte oltre un certo limite sono tortura, le bruciature di sigaretta sul petto sono tortura, la sodomizzazione con alari per il caminetto è tortura. Questi atti, soprattutto se corredati di foto, scandalizzano le coscienze. Ma, mi chiedo, che bisogno c'è?
Ci sono metodi meno folkloristici e meno cretini per raggiungere esattamente lo stesso risultato. Questo è un discorso delicato e non vorrei farmi bannare, quindi ci metto un disclaimer:
le opinioni di seguito sono esclusivamente mie personali e non impegnano affatto il forum, i suoi amministratori, i suoi frequentatori, la Polizia di Stato, eccetera (ovvviamente, aggiungerei).
Comunque, andiamo avanti. Ammettiamo che sia importante - e sfido a darmi torto - ottenere informazioni su un attentato imminente, o sull'organizzazione di una rete terroristica. Abbiamo per le mani qualcuno che sa e non vuole parlare. Ci sono quattro cretini, riservisti per giunta, che vogliono procedere a idiozie del tipo far spogliare i detenuti e farli ammonticchiare uno sull'altro, o legare loro i genitali con il cavo di alimentazione del GameBoy. A questi soggetti, più che minacciare un deferimento alla Corte dell'Aia, bisognerebbe dire di farsi furbi e di curare i loro ovvi disturbi della personalità. Primo, non mi sembra un modo particolarmente strutturato ed efficace di ottenere informazioni. Secondo, se poi sei così deficiente da fare pure fotografie che ti devo dire se non "Vai a casa nella tua fattoria del Kentucky e restaci per sempre?".
Questo non significa che poi si chiede per favore al detenuto di dare, quando gli viene più comodo e con le modalità che preferisce, le preziose informazioni che possiede. Ma allora per convincerlo che vogliamo fare, se la cortesia non basta? Lo so che questo non passa per la mente a certi soggetti. Non pensano mai a come risolvere i problemi, di regola. Non pensano mai a quale sia l'alternativa. Per fortuna di alternative, oltre ai comuni interrogatori, alle comuni minacce, alle comuni promesse di ricompense ce ne sono, e non sono trash come alcuni dei metodi di Guantanamo. La deprivazione dal sonno e il disorientamento/dislocazione sono tortura? La somministrazione di Pentothal e affini è tortura? L'induzione
non violenta della sindrome di Stoccolma, ammesso che uno sia così bravo da riuscirci, è tortura? Eccetera, eccetera, eccetera.
Qualsiasi avvocato un pochino sveglio proverebbe che sì, questi e atti simili ricadono sotto questo turpe cappello. Però cominciamo con il dire che non è altrettanto facile da dimostrare e non darebbe certo altrettanto scandalo anche se fosse dimostrato, perchè poi alla fine le masse bovine si scandalizzano per il sangue, le ustioni, e queste schifezze ad alto impatto grafico, che fanno impressione perchè sono brutali e basta. E poi è oggettivamente più facile riprendersi, almeno nel breve periodo, da tre settimane di dislocazione "morbida" (ti faccio dormire a orari qualsiasi per periodi di tempo qualsiasi, in stanze tutte uguali, ti do l'impressione di viaggiare, ti scombino tutti i ritmi, ti faccio mangiare a ore a caso, non vedi mai nessuno... e assolutamente niente botte) che da una settimana di calci al basso ventre, ma incredibilmente la prima ha più probabilità di funzionare della seconda. Infine, credo che alcune cose debbano anche essere lasciate al rapporto individuale tra interrogante e interrogato, come in tutte le cose dipende molto dalla persona che hai davanti, no?
Penso che i riservisti USA a Guantanamo fossero dei ragazzetti con qualche squilibrio di troppo, e questo non dice niente di molto bello sui loro reclutatori. Vanno puniti e messi in condizione di non nuocere più. Però vorrei anche che una buona volta certi personaggi si levassero gli occhiali rosa dal naso e capissero che i loro celebrati guerriglieri iracheni li considerano o come nemici o, se va bene, come l'utile idiota di Lenin. Ah, e se potessero stuprerebbero vostra madre, vostra sorella e anche vostra figlia di 6 anni, tanto siete solo cani infedeli. Vogliamo fare uno sforzo per evitare che lo facciano? Attendo qui l'intera brigata della delicatezza e del rispetto, gioiosamente armata di piani
funzionanti.
[Modificato da |hyena| 21/10/2006 13.02]
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Like fools we trust the delivery
But it's all just drunk sincerity